Non scrivo coccodrilli. Suonano sempre falsi e io, invece, voglio parlare di emozioni. Enrico Vaime me ne ha date tante. Le sue trasmissioni Rai quand’ero bambino con mostri del teatro leggero, del cabaret, della commedia come Walter Chiari, Gino Bramieri, Paolo Panelli, Delia Scala, Paolo Villaggio. E poi la scrittura, spesso in coppia con un altro grande: Italo Terzoli. Le commedie musicali firmate insieme a Garinei e Giovannini. Le sferzate le dava, eccome! A parte centinaia di ficcanti aforismi, si spese da par suo in favore del divorzio, per l’aborto e tutte le conquiste sociali che l’Italia raggiunse in quegli anni. E ultimamente anche per una legge giusta sul fine vita. “Sono un borghese di sinistra” amava ripetere e “Credo nella Cultura!”
Ha scoperto non pochi talenti: da Fazio a Dose e Presta di Il ruggito del coniglio fino a Paola Cortellesi, tutti sdoganati nella sua trasmissione radiofonica cult Black Out che ci ha tenuto compagnia per oltre 40 anni, un primato. A 85 anni è normale che si muoia. Ma un posto dentro la memoria di tanti come me se l’è conquistato per sempre. E visto che non scrivo coccodrilli, vi lascio con qualche suo aforisma che ci regali il sorriso, la risata, il sarcasmo e l’ironia che dispensò a piene mani. Grazie di tutto, Enrico.
Per essere cretini bisogna crederci fino in fondo.
Ama il prossimo tuo. A ferragosto. Su un autobus pieno di gente. Senza aria condizionata. Prova!
I sogni nel cassetto se li mangiano le tarme.
In questo Paese di ignoranti uno che riesce a distinguere un condizionale da un congiuntivo rischia di passare per intellettuale. Difficile è aver fiducia in sé stessi, conoscendosi a fondo.
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